La prima volta che andai a Sarroch, ero emozionata.
Dalla collinetta del Nuraghe si cerca di immaginare un antico porto, un pacifico approdo, un luogo di incontro di genti, uno spiraglio di contatto tra popoli nell'antichità: ma è difficile, tanto difficile.
A poche decine di chilometri è la riserva di Monte Arcosu, a pochi chilometri vi è Nora.
Dietro i mostri della Saras, vi è il Nuraghe Antigori da una parte, e il Nuraghe Sa Domo 'e s'orku dall'altra: entrambi a racchiudere quel lembo di terra che si affaccia sul mare e sul quale sorge quella fonte di lavoro per diversi paesi del sud Sardegna.
Il 24 Maggio La Nuova Sardegna ha stilato una classifica sui paesi più ricchi dell'isola: Sarroch ha guadagnato il primo posto!
L'industria assassina ha fatto guadagnare il primo posto ad un paesino che si trova in una delle zone più povere dell'isola.
Due settimane fa, decine di persone hanno linkato un video di Massimiliano Mazzotta su FaceBook e sui principali social networks dal titolo "OIL", video documentario sulla SARAS di Sarroch.
Oggi 27 Maggio piangiamo Pierluigi Solinas, Daniele Melis e Bruno Muntoni, tre operai che lavoravano proprio lì tre uomini di 26, 28 e 52 anni che sono entrati vivi dentro un silos e che dal silos sono usciti morti, nel tentativo di salvarsi tra loro.
Disgrazia? Si un'enorme disgrazia.
Fatalità? No nessuna fatalità...
La fatalità in un'industria petrolchimica, nel 2009, è prevedibile, assolutamente prevedibile.
Chi li piangerà saranno le madri e le mogli, le figlie e i figli, i fratelli e le sorelle e i colleghi di lavoro, quei colleghi di lavoro che lì continueranno a lavorare, sentendo sulle loro tute blu, quell'odore silenzioso e acre della morte bianca che da un momento all'altro potrebbe colpire anche loro.
Uno degli operai, con rabbia e disprezzo, urlava fuori dai cancelli "funti mortus pro milli euros", "Sono morti per 1000 euro".
Cosa sono 1000 euro?
Una briciola con la quale si pagano due bollette e le rate di un'automobile.
Perchè in Sardegna, con 1000 euro ci si pagano le bollette dell'ENEL e del gas, che nonostante la grande petrolchimica SARAS, sono le più care d'Italia.
Ma i tre morti, sono tre dei tanti, sono cifre che arricchiscono gli elenchi delle morti bianche in Italia.
Sono tre uomini che fra un mese, sotto il sole e nell'acqua cristallina di Chia e di Domus de Maria, in mezzo ai profumi delle creme solari e dell'estate non ricorderà nessuno...figuriamoci un po' più a Nord.
Già nelle spiagge di Villasimius nessuno penserà a loro, e in Costa Smeralda, Sarroch sarà un paese lontano, lontanissimo nello spazio e nel tempo.
Nel caldo di Agosto, il cordoglio e il dolore sarà delle famiglie di Villa S. Pietro che chiuse nelle loro case, con le finestre abbassate, ricorderanno la tragicità inspiegabile...mentre i padroni saranno in ferie, mentre l'isola pullulerà di vacanzieri. Certo, per il colosso Moratti, davanti alla prospera annata calcistica dell'Inter, una simile digrazia non ci voleva, proprio non ci voleva.
Ha rovinato la festa, o ci ha riportato alla realtà?
Le vite di questi tre uomini, ascesi al cielo, o meglio discesi nell'inferno direi, tuonano in un momento particolare.
Ed ecco i messaggi di cordoglio, ed ecco la vicinanza dei politici, degli amministratori e di tutti coloro che nella settimana successiva all'accaduto si strappano le vesti manifestando dolore e lacrime...
Fra 2 mesi, nessuno parlerà più di loro, fra due mesi ci saranno cantieri in cui della sicurezza si potrà fare a meno, luoghi di lavoro in cui, se il lavoratore si rifiuta di lavorare per mancanza di sicurezza sarà sostituito da un altro, in cui, il rischio sarà forse segno di mascolinità e di forza
...in cui, mi duole dirlo, sarà probabile il ripetersi di questo vergognoso copione e per cosa?
Per 1000 euro o per la metà, per godere della dignità del Primo Articolo della Costituzione. Per potersi sentire "lavoratore", uomo con dignità, che con sacrificio e rinunce vive dignitosamente, perchè sa di avere un lavoro.
Ma se Sarroch è famosa tra noi archeologi per i micenei in Sardegna e per gli appassionati di storia dell'Isola è il paese simbolo dell'arrivo dei grandi eroi omerici dell' egeo che nel XII sec. a.C. lambivano le coste del Sud, lasciandoci prodotti di fattura straordinaria, in pace e serenità, oggi è un luogo di grigiore, di freddo e di silenzio.
Il nuraghe Antigori avrà guardato alla Saras come a un putrefatto luogo di morte, in cui i prodotti d'elìte non sono più le argille figuline lavorate al tornio, ma oli putridi e maleodoranti, che sì fanno arricchire il paese, ma che a caso, quando meno te lo aspetti, fanno morire...
Anche questa è storia, storia del territorio.
Una storia triste che si deve ricordare.
Non è sufficiente esprimere cordoglio, scusate ma non serve a nulla!
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Dal Blog Sardegna a cura di Daniele Puddu
Ebbene in questi giorni è accaduta una cosa molto grave, un documentario a cura del regista e produttore Massimiliano Mazzotta, intitolato OIL e che denuncia l'alta incidenza di malattie tumorali negli operai e negli abitanti del paese vicino alla raffineria della famiglia Moratti , che doveva essere proiettato nella sala Nanni Loy dell’Ersu è stato bloccato da una telefonata arrivata dal Comune di Cagliari che chiedeva "chiarimenti" (fonti con ampia rassegna stampa interna al link , visto su ladridimarmellate.blogspot.com). La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo sull'attività della Saras e sulle presunte conseguenze per la salute degli operai e degli abitanti di Sarroch (Ca).Una cosa è certa, il fatto che la Saras offra tanti posti di lavoro non può essere una scusa per un abbassamento della guardia circa la salute dei cittadini (vedi report completo sulla salute dei cittadini sardi vicini ad impianti a rischio ), questo documentario deve essere lo spunto per un'analisi epidemiologica più approfondita, e se le cose dovessero davvero stare così.. beh.. esistono le tecnologie per limitare l'impatto ambientale, che la Saras le adotti, invece di mostrare prati verdi e mucche al pascolo sul suo sito.. . Evidentemente con la crisi della chimica in Sardegna nessuno ha voluto aggiungere nuovi problemi a quelli già esistenti fatto sta che: