ANALFABETISMO
Antonio Gramsci
Antonio Gramsci
Perché in Italia ci sono ancora tanti analfabeti?. Perché in Italia c'è troppa gente che limita la propria vita al campanile, alla famiglia. Non è sentito il bisogno dell'apprendimento della lingua italiana, perché per la vita comunale e famigliare basta il dialetto, perché la vita di relazione si esaurisce tutta quanta nella conversazione in dialetto. L'alfabetismo non è un bisogno, e perciò diventa un supplizio, un'imposizione di prepotenti. Per farlo diventare bisogno occorrerebbe che la vita generale fosse più fervida, che essa investisse un numero sempre maggiore di cittadini, e così facesse nascere autonomamente il senso del bisogno, della necessità dell'alfabeto e della lingua. Ha più giovato all'alfabetismo la propaganda socialista di tutte le leggi sull'insegnamento obbligatorio. La legge è un'imposizione: può importi di frequentare la scuola, non può obbligarti a imparare, e, quando abbia imparato, a [non] dimenticare. La propaganda socialista desta subito il sentimento vivo del non essere solo individui di una piccola cerchia d'interessi immediati (il comune e la famiglia), ma i cittadini di un mondo più vasto, con gli altri cittadini del quale bisogna scambiare idee, speranze, dolori. La coltura, l'alfabeto ha così acquistato uno scopo, e fino a quando questo scopo vive nelle coscienze, l'amore del sapere si affermerà imperioso. E' verità sacrosanta, di cui i socialisti possono andar fieri: l'analfabetismo sparirà completamente, solo quando il socialismo l'avrà fatto sparire, perché il socialismo è l'unico ideale che può fare diventare cittadini, nel senso migliore e totale della parola, tutti gli italiani che ora vivono solo dei loro piccoli interessi personali, uomini nati solo a consumar vivande.
"La Città futura", p. 2. Raccolto in SC, 81-82.
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